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Chi sono i Savoia e perché sono importanti per la storia d’Italia

Redazione

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stemma reale dei savoia

La dinastia dei Savoia rappresenta uno dei capitoli più significativi nella storia d’Italia, avendo plasmato il destino del paese attraverso secoli di regno che hanno condotto all’unificazione nazionale nel XIX secolo.

Questa antica famiglia, le cui origini si perdono nel Medioevo, ha attraversato l’evoluzione politica, sociale ed economica dell’Italia, lasciando un’eredità che ancora oggi suscita interesse e dibattito.

Le origini medioevali di casa Savoia

La genealogia dei Savoia risale a oltre mille anni fa, con il primo membro storicamente documentato, Umberto I Biancamano, che visse nel X secolo. La famiglia ebbe origine nella regione storica della Savoia, oggi divisa tra Francia, Italia e Svizzera. La posizione strategica dei loro possedimenti permise ai Savoia di espandere il loro dominio, stabilendo le basi per quello che sarebbe diventato uno dei più duraturi regni d’Europa.

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Ascesa al ducato e al regno di Sardegna

Nei secoli successivi, i Savoia consolidarono il loro potere, ottenendo il titolo di duchi nel 1416 e, successivamente, di re di Sardegna nel 1720. Questi titoli non solo ampliarono il loro rango nobiliare ma anche le loro ambizioni territoriali, posizionandoli come una delle famiglie regnanti più influenti nella penisola italiana.

Il cammino verso l’unificazione italiana

La figura chiave nell’unificazione italiana fu Vittorio Emanuele II di Savoia, salito al trono nel 1849. Sotto la sua guida, e grazie all’astuta politica di Cavour, il Piemonte-Sardegna si trasformò nel nucleo attorno al quale l’Italia sarebbe stata unificata. Attraverso guerre, alleanze e diplomazia, Vittorio Emanuele II riuscì a unire sotto il suo scettro i diversi stati della penisola, proclamando il Regno d’Italia nel 1861. Questo processo non fu solo una vittoria militare e politica, ma anche un’impresa culturale e sociale che avvicinò le diverse realtà italiane.

I Savoia e l’Italia moderna

I successori di Vittorio Emanuele II continuarono a regnare sull’Italia in un periodo di grandi trasformazioni. Umberto I, Vittorio Emanuele III e Umberto II dovettero navigare attraverso l’industrializzazione, le tensioni sociali, le due guerre mondiali e l’ascesa e caduta del fascismo.

Il regno di Vittorio Emanuele III è particolarmente controverso, segnato dall’adesione alla dittatura fascista e dalla successiva caduta della monarchia, culminata nel referendum del 1946 che vide l’Italia diventare una repubblica.

Umberto II di Savoia, il re di maggio

Il regno di Umberto II fu estremamente breve, durando solo fino al 12 giugno 1946, quando l’esito di un referendum popolare sancì la fine della monarchia in Italia e l’istituzione della Repubblica Italiana. A causa della brevità del suo regno, Umberto II non ebbe mai l’opportunità di essere incoronato ufficialmente o di esercitare un impatto significativo sulla politica italiana.

Il contesto in cui Umberto II ascese al trono era estremamente complesso. L’Italia era appena uscita da una devastante guerra e dall’esperienza del fascismo. Il suo predecessore, Vittorio Emanuele III, aveva perso gran parte del sostegno popolare a causa del suo appoggio iniziale a Mussolini, nonché per la firma delle leggi razziali fasciste e il disastro della Seconda Guerra Mondiale.

Durante il breve periodo di regno, Umberto II tentò di riconciliare il paese e di sostenere un governo di unità nazionale. Fu visto da molti come un sovrano più vicino al popolo e più aperto al dialogo rispetto a suo padre. Tuttavia, le ferite lasciate dal fascismo e dalla guerra erano troppo profonde, e il desiderio di un cambiamento radicale si tradusse nel voto repubblicano.

Dopo la proclamazione della Repubblica, Umberto II lasciò l’Italia il 13 giugno 1946, vivendo gran parte della sua vita in esilio, principalmente in Portogallo. Nonostante la sua assenza, rimase una figura significativa per i monarchici italiani e continuò a rivendicare il titolo di re fino alla sua morte, avvenuta il 18 marzo 1983.

La figura di Umberto II rimane oggetto di dibattito. Per alcuni, è il simbolo di un’opportunità perduta per la monarchia di riformarsi e di contribuire alla rinascita dell’Italia postbellica. Per altri, la sua figura è inevitabilmente legata alla fine della monarchia e al passaggio dell’Italia a una repubblica, un cambiamento visto come un necessario rinnovamento dopo le tragedie del ventesimo secolo.

I Savoia che hanno guidato l’Italia post-unitaria sono stati:

  • Vittorio Emanuele II (1861-1878) – Il fondatore del Regno d’Italia, sotto il cui regno si è completata l’unificazione italiana, culminata con la proclamazione di Roma come capitale nel 1871.
  • Umberto I (1878-1900) – Successore di Vittorio Emanuele II, il suo periodo di governo ha visto l’Italia progredire nell’industria e nell’economia, nonostante fosse un’era contrassegnata da crescenti tensioni sociali e politiche, che hanno trovato sfogo nell’omicidio del sovrano nel 1900.
  • Vittorio Emanuele III (1900-1946) – Terzo monarca del regno, il suo lungo regno ha attraversato la Prima Guerra Mondiale e un’epoca di instabilità che ha visto l’ascesa del fascismo e la trasformazione dell’Italia in una dittatura sotto Mussolini. La sua decisione di destituire Mussolini e la successiva firma dell’armistizio con gli Alleati nel 1943 hanno segnato momenti cruciali della Seconda Guerra Mondiale.
  • Umberto II (1946) – Conosciuto come il “Re di Maggio” per il brevissimo regno di 34 giorni, il suo periodo sul trono si è concluso con il referendum che ha portato alla nascita della Repubblica Italiana, segnando la fine della monarchia in Italia.

Dopo la monarchia

Nonostante l’abolizione della monarchia, i Savoia hanno continuato a giocare un ruolo, seppur marginale, nella vita pubblica italiana. La famiglia è stata esiliata fino al 2002, quando il governo italiano ha revocato questa disposizione, permettendo ai discendenti di rientrare in Italia.

Da allora, figure come Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto hanno cercato di mantenere vivo l’interesse per la loro storia familiare, partecipando a eventi pubblici e mediatici.

Oggi il capo della Casa Savoia è Emanuele Filiberto di Savoia, Principe di Venezia e Piemonte. Emanuele Filiberto è il nipote dell’ultimo re d’Italia, Umberto II, che abdicò dopo il referendum del 1946.

Emanuele Filiberto è molto attivo sui media e nella vita pubblica italiana, ma il suo ruolo è puramente cerimoniale e non ha alcuna posizione ufficiale o potere politico in Italia.

L’Importanza dei Savoia per l’Italia

La rilevanza dei Savoia nella storia italiana non si limita alla loro azione politica o al loro ruolo nell’unificazione. Essi incarnano il complesso processo di formazione dell’identità nazionale italiana, un processo che ha richiesto compromessi, conflitti e la fusione di molteplici tradizioni regionali. Inoltre, la loro storia riflette le tensioni tra monarchia e repubblica, tradizione e modernizzazione, che hanno caratterizzato l’Italia moderna.

I Savoia sono molto più di una dinastia che ha regnato sull’Italia; sono un simbolo delle sue lotte, dei suoi successi e delle sue contraddizioni. Studiare la loro storia permette di comprendere meglio non solo il passato ma anche le dinamiche politiche e sociali che continuano a influenzare l’Italia. La loro eredità, seppur controversa, è indissolubilmente legata alla formazione dello stato italiano, rendendoli una famiglia fondamentale per chiunque si interessi alla storia d’Italia.

Image credits: Danilo.1968, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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